Sandro Pertini e L'Alfa 6
Il mai dimenticato Presidente della Repubblica Sandro Pertini è stato l'unico capo di stato ad utilizzare, per un certo periodo, l'Alfa 6.
Eletto l'8 Luglio del 1978, iniziò quindi il suo settennale con ancora le Alfetta 2000, come si evince nei rari filmati dell'epoca.
Subito dopo però il "nonno" Presidente , o chi per lui, non si lasciò sfuggire l'occasione di usare l'ammiraglia fresca di presentazione dell'allora azienda di stato Alfa Romeo.
Quindi, dall'estate del 1980 a tutto il 1982 inoltrato, il Presidente usò regolarmente la sei.
Né Furono acquistate 2, una con targa X09343 immatricolata il 17 Giugno 1980 ed una con targa W79094 immatricolata il 15 Gennaio 1982
Le 2 Alfa 6 furono blindate dalla carrozzeria Zagato ,all'epoca fiduciaria dell'Alfa Romeo, con alcune modifiche come il tetto apribile spostato verso dietro ,
i doppi specchietti neri della Vitaloni (ma francamente non se ne capisce il motivo) ed i fari supplementari sulla calandra.
Il 5 Novembre 1980 il Segretario del Quirinale Antonio Maccanico
distrusse la prima Alfa 6 in uno spettacolare incidente presso la tenuta presidenziale di Castelporziano.
L'auto andò completamente distrutta e fu radiata il 4 Novembre del 1984.
La seconda Alfa 6, invece, venne data in permuta nel Febbraio del 1988 ad una concessionaria Fiat di Roma.
Spettacolari le immagini di un documentario dell'epoca che parla della vita quotidiana del Presidente,dove si vede l'arrivo al Quirinale (il Presidente scelse di NON abitare lì ma affittò , assieme alla moglie Carla Voltolina nei pressi della fontana di Trevi, una mansarda di 40 metri quadri circa......altri tempi) con la sei come un qualsiasi dirigente d'azienda....
Dopo il mondiale di calcio del 1982 nei filmati la sei lascia il posto ad una bellissima Maserati Quattroporte 4900,
pare scelta personalmente dal Presidente.
La foto sopra, invece, ritrae il cambio alla Presidenza della Repubblica tra Pertini e Cossiga,
suo successore nel 1985.
Si tratta di una blindatissima seconda serie in dotazione a Cossiga che,
in quanto ex ministro dell'interno, usufruiva di scorta.